Il Caffè Hungaria, in piazza Ungheria 7 per decenni è stato uno dei più famosi caffè romani, frequentato in tutte le ore del giorno.
Il Bar Hungaria è stato uno dei primi bar romani che ha offerto un servizio di ristorazione molto raffinato.
Era noto in tutta Roma Nord per gli hamburger che aveva incominciato a servire nel 1945 quando i soldati americani erano i clienti più danarosi.
“La domenica ci si incontra tutti all’uscita della messa. Dopo i dovuti saluti, si compra il giornale nell’edicola che è proprio lì nel grande marciapiede davanti alla chiesa, si attraversa la strada e si entra nel Caffè Hungaria per compiere il rito domenicale delle “pastarelle” e uscire con un vassoio colmo di diplomatici, bigné, ma anche con mont blanc, profiterolles, crostate e torte di vario genere.
Emulo del celebre caffè New York di Budapest, il caffè di piazza Ungheria, oltre a diventare famoso per i suoi gustosissimi arancini, è il primo american bar dei Parioli, dove si possono degustare cocktail dello stesso livello di quello dei bar di via Veneto e assaggiare i primi hamburger, una moda portata qui dai militari americani nel 1945. Nel dopoguerra, la sua offerta di pasticceria e gastronomia diventa rapidamente nota in tutta la città e negli anni del boom l’Hungaria diventa uno dei miti della vita pariolina e romana.
Oggi, dopo un profondo rinnovamento, dei locali e nella gestione, è alla riconquista della clientela.”
E’ il caffè Hungaria che prende il nome dalla Piazza o la piazza dal bar? La domanda è lecita perché le strade intorno hanno il nome delle “Capitali” e non delle nazioni (via Lima, piazza Santiago del Cile, via Bruxelles, …..) e allora perché la piazza non si chiama piazza Budapest? La risposta, forse un po’ misteriosa, sta nel fatto che agli inizi del XX secolo a Budapest spopolava Il Caffè Hungaria, e in seguito tutte le capitali europee (ed anche New York) avevano un caffé Hungaria (non Ungheria), dove il cibo era eccellente e il caffé superlativo. E poi, tra le due guerre, l’Ungheria era molto “alla moda” , chi non ricorda “Scrivimi fermo posta” con James Stewart e Margaret Sullavan. Il Caffè Hungaria di piazza Ungheria non faceva eccezione, oltre al caffè particolarmente buono, negli anni ’50, ci si mangiavano i primi hamburger, gli arancini fritti e i tramezzini che non si trovavano neanche a via Veneto. Il barman preparava cocktails da favola e la clientela era superlativa.
Tanta era la fama degli snacks dell’Hungaria che nel negozio accanto, su viale Liegi, aveva aperto una rosticceria (ora c’è un ristorantino) gestita dai faratelli Casella dove, fino alla morte di uno dei due fratelli, si trovavano prelibatezze favolose quali formaggi francesi e insaccati di fattoria.